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È la lieva che supera il maestro.
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Guarda, ti metti quei guanti là.
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Ciao Patavini, siamo tornati in piazza
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della Frutta in pieno centro perché c'è
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una tradizione che in autunno prende
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vita ancora oggi nelle nostre piazze.
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Stiamo parlando delle caldarroste a
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fuoco vivo qui da Duilio. Adesso andiamo
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direttamente dai diretti interessati.
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Eh, tanti chili, ma non possiamo dirne
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Infatti, lo so, lo so. Ciao, buongiorno.
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Ho raggiunto Anna Paola che mi
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raccontava proprio poco fa di essere la
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perché la Duilia veramente è tua mamma.
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grazie dell'accoglienza dietro il vostro
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Grazie a voi di essere qui a raccontare
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un po' la nostra storia e a far vedere
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un po' questo scorcio di padovanità
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abbastanza tradizionale.
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Infatti è uno scorcio bellissimo che io
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mi ricordo sin da quando ero piccolo. Il
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nonno, il papà venivano spesso a
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prendere diverse prelibatezze per me
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qui. Noi siamo qui oggi per una
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tradizione importante che accennavo
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ritornare ogni anno in piazza grazie a
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voi che è quella delle caldarroste a
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Esatto. Sì, noi ogni anno riproponiamo
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questa tradizione che è, diciamo, un
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punto saldo della domenica in piazza e
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E del San Martino, sì, perché anche
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quello è una tradizione di Padova che
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cerchiamo di tenere viva come tutte le
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cose belle, insomma, legate alla
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famiglia e alla condivisione. Prima
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c'era tuo nonno al fuoco, adesso tuo
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nonno, purtroppo, non è più con voi e
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con noi, però la tradizione voi riuscite
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a portarla sempre avanti nel suo
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ricordo, nelle sue insegnamenti,
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davanti a Canton delle Busie, qui in
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piazza della frutta o piazza dei frutti,
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perché si può dire in entrambi i modi. E
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è bellissimo vedere i colori del fuoco,
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i colori delle caldaroste che prendono
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fiamma, che prendono proprio colore e
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anche assaggiarle ovviamente.
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Giusto. Peccato che dal video non si
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possa sentire il profumo perché già
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dalle vicinanze qui delle piazze non
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ancora vedendo il fuoco si sente l'odore
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Mi hai anticipato. Direi che adesso
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andiamo da Duilia e dopo io me le
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andamo. Giusto, giusto.
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Anzi, posso anche prepararle. Ci provo.
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Dai, prova. Facciamo un piccolo corso
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con Leonardo. Corso accelerato. Molto
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accelerato. Duia, buongiorno.
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Son venuto a disturbarti.
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Ma perché disturbarmi? No, è un piacere,
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no un disturbo. Anzi,
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grazie. Ho già parlato anche con Anna
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Paola del profumo e del sapore di questa
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bellissima tradizione e frutto che la
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natura ci dona e che voi trasformate e
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servite ogni anno con molta passione,
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molto amore. Raccontami qualcosa di più.
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Cosa vuoi che ti racconti? Che questa
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ormai è diventata la mia vita perché da
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bambina che sono qua dietro a questo
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banco. Pensati che il nonno ha fatto 70
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anni qua di piazza, quindi è una cosa
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importante. Possiamo dire che quasi a
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ogni sindaco gli ha detto "Guarda che
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sto tochetto de piazza quasi mio". or
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posso dire che è stato un po' un lutto
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cittadino sicuro, ma quasi nazionale
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quando è venuto a mancare perché appunto
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avuto le condoglianze diciamo da da
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mezzo mondo, da mezza Italia e poi le
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foto del papà che cucinava sono andate
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in giro per tutto il mondo perché il
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papà gli diceva "Guarda qua, fammi una
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foto" e poi la metti dentro sacchetto e
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me la spedisci e arrivavano foto
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dall'America, dall'Australia.
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Beh, uno spettacolo proprio.
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Si vede che lo fai proprio con amore e
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con passione e che è proprio la tua
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vita. Cosa ti regala la gente oltre alla
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gioia e la felicità di venire ogni anno
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a prendere caldarossa e prodotti?
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Allora, mi fanno iimenti perché sono
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diventata come il papà mi ha insegnato
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ad acquistare le castagne perché quella
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è la cosa più importante, acquistare un
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buon prodotto perché ovviamente poi devi
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cucinarlo, deve essere buono anche da
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cucinare e deve essere un prodotto di
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la lieva che supera il maestro
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più o meno. Però sai l'anno scorso
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quando il papà è mancato, quando sono
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andata in mercato la prima volta ho
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detto "Ce la farò ad acquistare le
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castagne senza il la supervisione del
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Brava. Io andavo in casa di riposo gli
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ultimi anni al papà e voleva vedere le
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castagne crude, le castagne cotte,
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com'erano fatte e il video
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Bravo. E quindi mi diceva se sii a
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Che beo. Beh, allora preso il diploma,
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possiamo tornare qua ufficialmente ogni
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Penso di aver preso la laurea. No, il
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Eh beh, giusto, è giusto. Dov'è? Dove
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Nascosta. Bravo, bravo.
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Non ci resta che assaggiarle.
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Beh, ci mancherebbe altro. A parte che
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io io le ho già prese quest'anno, eh.
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Però eccole queste sono le mie castagne.
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Io te ro Nicolà, vai. Sono meravigliose.
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Eccole qua. Te le peso anche. E pronti.
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Fai check. Grazie. Quanti chili fate
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di castagne? Eh, tanti chili, ma non
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possiamo dirne quante.
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Infatti, lo so, lo so, era una domanda
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provocatoria. Comunque dai è una bella
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quantità, anche perché diciamo la gente
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ritorna perché il prodotto è
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particolarmente buono, dolce e sano.
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gustoso, tradizionale, tante cose,
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tutti gli aggettivi possibili.
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Io con le Duilie, Duilia alla seconda.
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Vi saluto, grazie dell'accoglienza di
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Adesso con calma ce le mangiamo un
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pochino e vi saluto. Ciao Patavini, ho
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raggiunto Leonardo. Grazie Leonardo di
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avermi acconsentito di disturbarti
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qualche minuto perché lui è colui che
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muove tutto ed è colui che prepara
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appunto tutto il giorno le caldarroste.
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È un lavoro impegnativo, è un lavoro
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difficile, bisogna saperlo fare, avere
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pratica, passione e voglia di farlo.
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Come hai imparato a farlo?
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Quando ero piccolo ancora mio nonno,
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sempre fatte così. Mi è piaciuto. Gli ho
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detto "Nono, insegnami, insegnami". E a
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fura degli anni fai fai fai pari bene,
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Quanto ci metti a fare una turnata?
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eh, una cotta, scusami.
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5-7 minuti, 8, dipende anche dalle
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castagne. Se sono più umide ci mettono
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ovviamente di più perché devono perdere
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l'umidità. Se sono invece più secche ci
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E quanti salti dai a cotta?
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meglio perché altrimenti fai tanta
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palestra durante il giorno che se conti
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le ripetizioni dopo diventa impegnativo.
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Vorrei provare perché mi piacerebbe
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tantissimo ma evito di fare danni perché
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ti metti quei guanti là
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va non me lo faccio dire due volte devo
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far piano però perché io sono abituato a
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spadellare però visto che tu la fai
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saltare lateralmente.
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Adesso ti insegno la tecnica.
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Dai, ci proviamo. Speriamo di non dovere
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andare a raccogliere qualcosa dopo.
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Ah, proprio subito mi lasci?
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Vai, vai. La metti vicino a te.
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Sì. Fai col avambraccio.
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Eh, non ho coragg No, ma non voglio
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lanciarle troppo alte. Bello. Però una è
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caduta, dai. Una è giusto. Per essere la
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prima volta forse pensavo peggio, eh.
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Va bene, dai. Più che altro, ecco,
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bisogna fare il giro.
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Eh, ho visto che tu facevi il giro, ma
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non mi son permesso di dar troppo
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slancio perché avevo paura.
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Ma guarda, nessun problema, eh.
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Eh, per te nessun problema. Io vorrei
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evitare di farle cadere tutte
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direttamente sul fuoco. Devo passare
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qualche altro weekend qua con te, però
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intanto ti ringrazio.
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Di niente, guarda, è stato un piacere.
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Piacere mio. Buona continuazione, buon
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lavoro. Sai, non ti ho chiesto una cosa?
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Perché tu mi hai detto cotta, castagne,
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caldarroste, fuoco, fiamma, eccetera, ma
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questa padella, come si chiama in gergo?
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Questa padella, cioè la padella con i
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buchi, con i manico lungo, viene
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chiamata il nostro dialetto a farsura.
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Questa non la sapevo, eh. Non la sapevo.
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E in italiano ha un nome o è farsura?
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spadella con i buchi.
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No, no, farsura. Se la nostra farsura e
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siamo contenti. Vabbè, grazie Leonardo.