In autunno, quando l’aria si fa frizzante e le foglie colorano le vie del centro, un profumo antico invade le strade di Padova: quello delle caldarroste cotte al fuoco vivo. 🔥
In questo video ti porto nel cuore di Piazza della Frutta, davanti allo storico banco di Duilio, dove le castagne vengono arrostite alla brace come una volta, seguendo la vera tradizione veneta.
Scoprirai la storia e la magia delle caldarroste di Padova, preparate nella tipica Farsura: la padella bucata dal manico lungo, simbolo della cottura autentica a fuoco diretto. Dall’incisione sulla buccia al crepitio della brace, fino al momento in cui le castagne vengono avvolte per completare la cottura con il calore residuo, ogni gesto racconta un rituale antico e genuino.
Un racconto di sapori, memoria e artigianalità, dove il fuoco vivo restituisce aromi e profumi che nessun forno potrà mai imitare.
Un omaggio alla stagione delle castagne e a chi, come Duilio, mantiene viva la tradizione delle caldarroste venete nel cuore pulsante di Padova. 🌰
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È la lieva che supera il maestro.
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Guarda, ti metti quei guanti là.
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Ciao Patavini, siamo tornati in piazza
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della Frutta in pieno centro perché c'è
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una tradizione che in autunno prende
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vita ancora oggi nelle nostre piazze.
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Stiamo parlando delle caldarroste a
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fuoco vivo qui da Duilio. Adesso andiamo
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direttamente dai diretti interessati.
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Eh, tanti chili, ma non possiamo dirne
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quante.
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Infatti, lo so, lo so. Ciao, buongiorno.
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Ho raggiunto Anna Paola che mi
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raccontava proprio poco fa di essere la
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mini Duilia.
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Esatto,
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perché la Duilia veramente è tua mamma.
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Ciao, intanto
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mamma. Ciao Nicolò,
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grazie dell'accoglienza dietro il vostro
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bellissimo banco.
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Grazie a voi di essere qui a raccontare
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un po' la nostra storia e a far vedere
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un po' questo scorcio di padovanità
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abbastanza tradizionale.
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Infatti è uno scorcio bellissimo che io
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mi ricordo sin da quando ero piccolo. Il
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nonno, il papà venivano spesso a
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prendere diverse prelibatezze per me
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qui. Noi siamo qui oggi per una
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tradizione importante che accennavo
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ritornare ogni anno in piazza grazie a
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voi che è quella delle caldarroste a
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Fuoco Vivo.
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Esatto. Sì, noi ogni anno riproponiamo
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questa tradizione che è, diciamo, un
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punto saldo della domenica in piazza e
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dei weekend a Padova
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e del San Martino.
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E del San Martino, sì, perché anche
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quello è una tradizione di Padova che
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cerchiamo di tenere viva come tutte le
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cose belle, insomma, legate alla
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famiglia e alla condivisione. Prima
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c'era tuo nonno al fuoco, adesso tuo
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nonno, purtroppo, non è più con voi e
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con noi, però la tradizione voi riuscite
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a portarla sempre avanti nel suo
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ricordo, nelle sue insegnamenti,
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probabilmente anche
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davanti a Canton delle Busie, qui in
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piazza della frutta o piazza dei frutti,
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perché si può dire in entrambi i modi. E
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è bellissimo vedere i colori del fuoco,
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i colori delle caldaroste che prendono
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fiamma, che prendono proprio colore e
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anche assaggiarle ovviamente.
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Giusto. Peccato che dal video non si
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possa sentire il profumo perché già
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dalle vicinanze qui delle piazze non
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ancora vedendo il fuoco si sente l'odore
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delle cald.
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Mi hai anticipato. Direi che adesso
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andiamo da Duilia e dopo io me le
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assaggio. Eh,
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andamo. Giusto, giusto.
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Anzi, posso anche prepararle. Ci provo.
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Dai, prova. Facciamo un piccolo corso
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con Leonardo. Corso accelerato. Molto
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accelerato. Duia, buongiorno.
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Ciao carissimo.
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Son venuto a disturbarti.
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Ma perché disturbarmi? No, è un piacere,
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no un disturbo. Anzi,
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grazie. Ho già parlato anche con Anna
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Paola del profumo e del sapore di questa
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bellissima tradizione e frutto che la
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natura ci dona e che voi trasformate e
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servite ogni anno con molta passione,
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molto amore. Raccontami qualcosa di più.
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Cosa vuoi che ti racconti? Che questa
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ormai è diventata la mia vita perché da
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bambina che sono qua dietro a questo
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banco. Pensati che il nonno ha fatto 70
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anni qua di piazza, quindi è una cosa
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importante. Possiamo dire che quasi a
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ogni sindaco gli ha detto "Guarda che
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sto tochetto de piazza quasi mio". or
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mio ormai
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posso dire che è stato un po' un lutto
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cittadino sicuro, ma quasi nazionale
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quando è venuto a mancare perché appunto
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avuto le condoglianze diciamo da da
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mezzo mondo, da mezza Italia e poi le
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foto del papà che cucinava sono andate
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in giro per tutto il mondo perché il
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papà gli diceva "Guarda qua, fammi una
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foto" e poi la metti dentro sacchetto e
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me la spedisci e arrivavano foto
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dall'America, dall'Australia.
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Beh, uno spettacolo proprio.
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Si vede che lo fai proprio con amore e
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con passione e che è proprio la tua
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vita. Cosa ti regala la gente oltre alla
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gioia e la felicità di venire ogni anno
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a prendere caldarossa e prodotti?
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Allora, mi fanno iimenti perché sono
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diventata come il papà mi ha insegnato
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ad acquistare le castagne perché quella
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è la cosa più importante, acquistare un
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buon prodotto perché ovviamente poi devi
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cucinarlo, deve essere buono anche da
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cucinare e deve essere un prodotto di
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qualità per
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la lieva che supera il maestro
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più o meno. Però sai l'anno scorso
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quando il papà è mancato, quando sono
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andata in mercato la prima volta ho
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detto "Ce la farò ad acquistare le
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castagne senza il la supervisione del
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papà".
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Brava. Io andavo in casa di riposo gli
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ultimi anni al papà e voleva vedere le
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castagne crude, le castagne cotte,
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com'erano fatte e il video
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e il suo processo.
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Bravo. E quindi mi diceva se sii a
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posto, si promossa.
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Che beo. Beh, allora preso il diploma,
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possiamo tornare qua ufficialmente ogni
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anno?
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Penso di aver preso la laurea. No, il
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diploma solo.
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Eh beh, giusto, è giusto. Dov'è? Dove
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l'hai esposta?
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Nascosta. Bravo, bravo.
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Non ci resta che assaggiarle.
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Beh, ci mancherebbe altro. A parte che
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io io le ho già prese quest'anno, eh.
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Però eccole queste sono le mie castagne.
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Io te ro Nicolà, vai. Sono meravigliose.
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Eccole qua. Te le peso anche. E pronti.
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Fai check. Grazie. Quanti chili fate
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di castagne? Eh, tanti chili, ma non
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possiamo dirne quante.
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Infatti, lo so, lo so, era una domanda
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provocatoria. Comunque dai è una bella
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quantità, anche perché diciamo la gente
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ritorna perché il prodotto è
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particolarmente buono, dolce e sano.
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Come
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gustoso, tradizionale, tante cose,
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tutti gli aggettivi possibili.
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Io con le Duilie, Duilia alla seconda.
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Vi saluto, grazie dell'accoglienza di
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queste.
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Grazie a te, Nicolò.
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Adesso con calma ce le mangiamo un
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pochino e vi saluto. Ciao Patavini, ho
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raggiunto Leonardo. Grazie Leonardo di
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avermi acconsentito di disturbarti
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qualche minuto perché lui è colui che
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muove tutto ed è colui che prepara
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appunto tutto il giorno le caldarroste.
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È un lavoro impegnativo, è un lavoro
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difficile, bisogna saperlo fare, avere
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pratica, passione e voglia di farlo.
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Come hai imparato a farlo?
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Quando ero piccolo ancora mio nonno,
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sempre fatte così. Mi è piaciuto. Gli ho
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detto "Nono, insegnami, insegnami". E a
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fura degli anni fai fai fai pari bene,
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insomma.
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Quanto ci metti a fare una turnata?
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Una cotta,
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eh, una cotta, scusami.
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5-7 minuti, 8, dipende anche dalle
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castagne. Se sono più umide ci mettono
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ovviamente di più perché devono perdere
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l'umidità. Se sono invece più secche ci
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si mette prima.
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E quanti salti dai a cotta?
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No, mai contati.
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Questa signori
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meglio perché altrimenti fai tanta
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palestra durante il giorno che se conti
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le ripetizioni dopo diventa impegnativo.
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Vorrei provare perché mi piacerebbe
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tantissimo ma evito di fare danni perché
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ti metti quei guanti là
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va non me lo faccio dire due volte devo
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far piano però perché io sono abituato a
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spadellare però visto che tu la fai
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saltare lateralmente.
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Adesso ti insegno la tecnica.
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Dai, ci proviamo. Speriamo di non dovere
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andare a raccogliere qualcosa dopo.
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Una mano.
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Ah, proprio subito mi lasci?
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Vai, vai. La metti vicino a te.
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Sì. Fai col avambraccio.
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Eh, non ho coragg No, ma non voglio
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lanciarle troppo alte. Bello. Però una è
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caduta, dai. Una è giusto. Per essere la
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prima volta forse pensavo peggio, eh.
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Va bene, dai. Più che altro, ecco,
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bisogna fare il giro.
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Eh, ho visto che tu facevi il giro, ma
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non mi son permesso di dar troppo
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slancio perché avevo paura.
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Ma guarda, nessun problema, eh.
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Eh, per te nessun problema. Io vorrei
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evitare di farle cadere tutte
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direttamente sul fuoco. Devo passare
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qualche altro weekend qua con te, però
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intanto ti ringrazio.
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Di niente, guarda, è stato un piacere.
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Piacere mio. Buona continuazione, buon
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lavoro. Sai, non ti ho chiesto una cosa?
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Perché tu mi hai detto cotta, castagne,
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caldarroste, fuoco, fiamma, eccetera, ma
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questa padella, come si chiama in gergo?
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Questa padella, cioè la padella con i
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buchi, con i manico lungo, viene
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chiamata il nostro dialetto a farsura.
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Questa non la sapevo, eh. Non la sapevo.
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E in italiano ha un nome o è farsura?
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Perché se nostra
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spadella con i buchi.
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No, no, farsura. Se la nostra farsura e
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siamo contenti. Vabbè, grazie Leonardo.
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Buon lavoro ancora.
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Eh, guarda
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così.
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Eh, perché sennò
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