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“NON È UN’OPERA D’ARTE. È UNA MINACCIA.” — L’IA STA RUBANDO TUTTO
Oct 29, 2025
Ti emoziona. È potente. Sembra uscita dal cuore di un genio… Ma l’ha generata una macchina. E adesso chiediti: È arte… o plagio mascherato? In questo video entriamo nel lato più oscuro dell’arte generata dall’IA: ⚠️ Chi la crea veramente? ⚠️ Chi la firma? ⚠️ Chi ci guadagna? ⚠️ E chi sta perdendo tutto? Scopri: Come funziona DAVVERO l’AI Art (senza fuffa). I retroscena dei dataset illegali e delle cause miliardarie. Perché potresti essere il prossimo a perdere il lavoro (o a venderlo a milioni).
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Immagina, un IA crea un capolavoro. A
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chi appartiene? All'ia, al programmatore
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o diventa pubblico dominio? Il mondo
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dell'arte sta per essere sconvolto e le
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cause legali sono appena all'inizio.
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Cosa succede quando le macchine ci
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superano nel creare?
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Senti questa, stai guardando
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un'immagine, colori che esplodono, forme
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che sembrano uscite da un videogioco e
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da un sogno allo stesso tempo e ti
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chiedi se dentro c'è ancora l'anima di
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qualcuno. Ti dico una cosa subito, non
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esiste una risposta comoda, ma sì, ti
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voglio provocare un po'. Preparati.
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Negli ultimi anni chiunque con uno
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smartphone e un prompt decente può
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generare immagini che una volta avresti
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pagato migliaia di euro per vederle
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appese in una galleria. È una
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rivoluzione tecnica e culturale.
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Algoritmi che imparano da montagne di
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dati, reticolati che ricompongono stili,
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campionano texture, inventano texture
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che mai avremmo immaginato. Il processo
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semplice da spiegare e spaventosamente
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complesso da capire. Tu scrivi una
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frase, l'algoritmo la trasforma in
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pattern, confronta milioni di
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riferimenti, predice pixel, perfeziona,
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ripete. Voilà, immagine. Ma ora
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arriviamo al punto caldo, quello che
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farà litigare curatori, legali, artisti,
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collezionisti e influencer per anni. Chi
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ha fatto davvero quell'immagine?
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Tu che hai cliccato Genera con il tuo
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prompt geniale? il programmatore che ha
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scritto l'algoritmo, l'azienda che ha
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addestrato il modello con milioni di
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opere trovate online o l'algoritmo
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stesso, una macchina che ha combinato
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decine di migliaia di stili e
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riferimenti in qualcosa di nuovo.
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Da una parte c'è il coro di chi grida al
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furto.
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rubano, ricamano su lavori esistenti,
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spacciano per nuove creazioni opere che
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derivano da altri autori. Dall'altra
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parte c'è chi esulta. Finalmente la
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democratizzazione dell'arte. Chiunque
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può esprimersi, sperimentare, creare.
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Alcuni dicono che la macchina è solo uno
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strumento, come un pennello Photoshop, e
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che il merito va all'umano che lo usa.
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Altri teorizzano che quando la macchina
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fa il lavoro creativo principale, la
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paternità non è più umana e dunque i
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diritti traduzionali vanno ripensati.
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E i tribunali?
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Immagina processi in cui si porta come
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prova un prompt e una lista di righe di
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codice. Giurie che devono capire se una
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composizione è originale quando è stata
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costruita da reti me neurali alimentate
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da milioni di immagini.
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No, non sarà semplice. Vedrai avvocati
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usare termini tecnici come dataset
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contamination e galleristi che vendono
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NFT di immagini generate, anche quando
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l'origine del dataset è dubbio. Sarà una
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giungla regolamentare.
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Ma al di là delle cause, cosa cambia
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davvero per te, spettatore o creatore?
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Tre scenari rapidi e freddi. L'arte
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diventa iper accessibile. Chiunque può
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produrre immagini spettacolari in pochi
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click. Buono per sperimentare, pessimo
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per chi vive di commissioni standard che
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rimangono sotto pressione da questa
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nuova offerta massiva.
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L'arte professionale si ricentra sul
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concetto umano. Se tutti possono avere
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belle immagini, il valore potrebbe
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spostarsi su concetti, curatela,
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contesto, narrazione e autenticità
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umana. Cose difficili da replicare con
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un prompt. emergeranno nuove forme di
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sfruttamento, dataset non etici, uso non
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autorizzato di opere, automazione delle
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gallerie e una distribuzione del
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profitto che probabilmente favorirà le
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grandi piattaforme e chi possiede
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l'infrastruttura.
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Non prendermi per partigiano, ti sto
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solo servendo gli scenari nudi e crudi.
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E poi c'è un'altra dimensione, quella
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emotiva. Cosa provi quando scopri che il
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quadro che ti ha colpito l'anima è stato
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creato da un algoritmo? Ti senti
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tradito, ammirato,
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indifferente?
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E se domani quel quadro vincesse una
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mostra prestigiosa, come reagiresti?
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Attraverso tutto questo, il vero nodo
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rimane valore umano versus valore
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tecnico. Le macchine possono superare la
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nostra abilità tecnica, ma quanto
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valgono le nostre storie, i nostri
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errori, le nostre cicatrici?
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Quanto pesa l'input umano in un'opera
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generata? E poi siamo pronti a collocare
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nei musei opere scritte da reti neurali,
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a pagare per poster stampati da
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macchine, a lodare la creatività di un
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agente non umano?
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[Musica]
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Chi ci guadagna? Chi ci perde? Le
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risposte saranno decise in tribunali,
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mercati e nelle community creative, ma
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soprattutto sarà una lotta culturale.
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Gli stessi concetti di autenticità,
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originalità, talento, merito verranno
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testati e rimodellati.
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Ti lascio con una questione semplice e
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spietata. Se unia crea qualcosa che ti
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fa piangere o ti cambia la giornata,
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importa davvero chi ha fatto ha fatto
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quell'opera? Oppure quello che conta è
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quel momento e il resto sono solo
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etichette legali che finiranno in
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archivi e sentenze. Se ti interessa, nel
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prossimo episodio esploriamo i casi
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reali, artisti che hanno perso cause,
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opere che hanno fatto milioni e come
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impostare legalmente una difesa se sei
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un creatore che usa AI. Tu da che parte
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stai? O meglio, cosa faresti se il
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prossimo capolavoro fosse generato dal
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tuo PC? con un prompt che ha iscritto
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alle 3:00 di notte.
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[Musica]
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